Inaugurata la canonica della parrocchia di San Cesario sul Panaro danneggiata dal terremotoUn pezzo di Emilia ferito dal terremoto del 2012 è stato restituito alla sua comunità. A San Cesario sul Panaro in provincia di Modena, è stata inaugurata infatti alle ore 10 di domenica 22 settembre la canonica della parrocchia di San Cesario Diacono Martire. Alla presenza del parroco Don Luca Palazzi, del sindaco Francesco Zuffi e da alcuni rappresentanti della Soprintendenza dei Beni culturali. Insieme al team di Ingegneri Riuniti che ha progettato e seguito i lavori di ristrutturazione. È questo infatti uno degli ultimi cantieri della modenese Ingegneri Riuniti, società di ingegneria e architettura che fornisce servizi di progettazione integrata, pianificazione, consulenze, studi di fattibilità e project management al mondo della pianificazione e delle costruzioni. I lavori, di cui è committente la Parrocchia di San Cesario Diacono Martire, sono iniziati nel 2017, dopo un periodo di progettazione durato due anni, grazie a diversi canali di finanziamento, tra i quali è doveroso citare la Conferenza Episcopale Italiana, tramite il supporto fondamentale degli uffici tecnici della Diocesi di Modena. Il progetto aveva l'obiettivo di mettere in sicurezza l'edificio per raggiungere il livello più alto possibile di miglioramento sismico. La Canonica era sotto tutela della Soprintendenza, per cui le scelte strutturali e architettoniche sono state particolarmente attente al rispetto di questo storico luogo e sono state concordate con l’Ente. La Canonica effettivamente è coeva della chiesa romanica a cui fa riferimento e dell’edificio vicino denominato “il bastione”, costituendo una delle parti più importanti e significative del centro storico del Comune di San Cesario. In particolare è stato importante il lavoro di lettura dell'edificio attraverso numerose indagini sugli apparati murari e su tutti gli elementi che lo compongono. Un lavoro reso necessario dalla assenza della documentazione archivistica. È stato così possibile ricostruire la storia dimenticata della struttura ed è emerso che l’attuale interrato in origine era probabilmente fuori terra, al medesimo livello del pavimento originale della chiesa, rimesso in vista nel corso di un pesante restauro svolto intorno al 1954. Si è scoperto poi che la canonica fu in quella occasione pesantemente trasformata, in particolare per la creazione di un'autorimessa in corrispondenza di un ampio salone. Spazio a cui il lavoro di Ingegneri Riuniti ha ridato la dignità originaria, ricomponendo il grande locale natio con le due file di pilastri oggi consolidati strutturalmente, che sembrano formare tre navate. Sono poi stati eseguiti tanti piccoli interventi che hanno ripulito le facciate. Particolarmente significativi sono stati il recupero di un grande arco di ingresso al seminterrato. Così come particolare attenzione è stata riservata agli infissi esterni e interni, restaurando tutti quelli ancora originari. Emanuele Gozzi, responsabile del coordinamento generale del progetto ha dichiarato: “Sono molto soddisfatto del lavoro svolto. Abbiamo contribuito a riportare all'antico splendore un edificio danneggiato dal terremoto del 2012, ma anche da interventi di restauro svolti molti anni prima e poco rispettosi della sua storia. Un pezzo d'Italia, che come tanti nel Belpaese, è stato colpito dalla drammatica violenza degli eventi sismici che hanno interessato lo stivale negli ultimi anni. Oggi, dopo essere stato 'curato' con interventi di recupero e di miglioramento sismico, viene restituito alla sua comunità. “È un onore aver preso parte con questo lavoro – conclude - alla sfida di un'Italia che seppur duramente colpita è all'opera per ricostruire sé stessa e rimarginare le sue crepe. Un grazie particolare a tutto il team di Ingegneri Riuniti che ha seguito la progettazione e la direzione dei lavori, con un particolare apprezzamento al Direttore Lavori Ing. Carlo Guidetti”. (comunicato stampa Ingegneri Riuniti - Modena, 22 settembre 2019)