[FOCUS] Norme tecniche per le costruzioni 2018: novità e criticitàCon la pubblicazione della Circolare applicativa del febbraio scorso si compie il rinnovo delle norme tecniche per le costruzioni a 10 anni dalla precedente edizione. Pur essendo un restyling in pieno allineamento con la precedente, questa nuova revisione contiene importa nti novità e, come ogni emissione normativa nel nostro paese, anche diverse incertezze interpretative e applicative. Un primo elemento di cambiamento riguarda gli interventi sulle strutture esistenti, tema sempre più importante sia alla luce della enorme carenza in termini di sicurezza del patrimonio immobiliare in Italia, sia in riferimento alle attuali tendenze della pianificazione urbanistica: il consumo di suolo a saldo zero e la rigenerazione urbana. In particolare, viene fornito esplicitamente dalla norma un livello di sicurezza minimo per le strutture esistenti: per scuole ed edifici strategici risulta essere il 60% di quello obbligatorio per strutture nuove, valore mai indicato finora da nessuna norma tecnica. La chiave interpretativa di questa scelta, che riguarda essenzialmente edifici pubblici, può essere trovata nelle modalità di impiego delle risorse economiche disponibili, ovvero l’abbassamento della “soglia di sicurezza accettabile” rispetto al 100% consente investimenti più diffusi, per recuperare l’enorme gap accumulato nei precedenti decenni di mancati investimenti. Rimane tuttavia un dubbio sul disallineamento rispetto a quanto richiesto nel Decreto Legislativo n. 81/2008 - Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, norma peraltro di rango superiore al decreto ministeriale in oggetto, sulla interpretazione di “luogo di lavoro sicuro” e della “riduzione dei rischi”. Una seconda novità di rilievo è una più chiara distinzione tra comportamento strutturale non dissipativo e dissipativo. La scelta del primo caso può consentire, in talune situazioni, una progettazione più semplificata in termini di dettagli costruttivi; questa revisione normativa amplia il campo di utilizzo di tale metodologia progettuale, risultando senz’altro un utile opzione per il progettista. Nel secondo caso (comportamento dissipativo) si procede con la “progettazione in capacità” ovvero l’adozione delle regole di dettaglio necessarie per il raggiungimento del livello di duttilità richiesto. Anche qui sono state rese più esplicite le verifiche di duttilità, essendo questo un requisito determinante nella salvaguardia della vita in caso di evento sismico rilevante. Un ulteriore argomento di approfondimento nelle NTC2018 è quello degli elementi non strutturali (partizioni interne, controsoffitti, facciate, cornicioni, ecc.) e degli impianti; dall’analisi dei costi di ricostruzione a seguito degli ultimi eventi sismici rilevanti emerge infatti che la maggior parte delle risorse viene spesa proprio per il rifacimento di tali elementi, rispetto alle opere di ripristino strutturale. A tal riguardo quindi, sia per gli elementi non strutturali che per gli impianti, vengono meglio chiarite quali siano le verifiche da svolgersi, e vengono ripartite competenze e responsabilità tra fornitori, installatori e progettisti del fabbricato. Altre importanti novità riguardano l’introduzione del requisito di “robustezza” degli edifici, nuove specifiche aggiuntive sul controllo dei materiali, indirizzando quindi il progettista nella direzione di una maggior cultura della sicurezza in linea con le più moderne norme e codici internazionali.