[FOCUS] La revisione del Codice Appalti e la Centrale Unica di progettazioneTra le varie proposte di modifica al Codice degli Appalti si pone l’attenzione su quella del ripristino dell’incentivo del 2% a favore dei tecnici delle pubbliche amministrazioni che progettano e sull’introduzione, con la disposizione della legge di bilancio, della struttura di progettazione. La proposta della maggioranza di re-introdurre l’incentivo del 2% per la progettazione interna alla Pubblica Amministrazione rappresenta un evidente segnale del detrimento verso il mondo delle imprese e delle professioni che, in senso diametralmente opposto a quanto avviene in Europa e nel resto del mondo, penalizza chi ogni giorno, sul mercato, cerca di offrire la massima qualità progettuale investendo in ricerca e innovazione. Riteniamo che i dipendenti pubblici debbano essere incentivati nella loro funzione di RUP e di gestione e controllo delle commesse, con premi legati al rispetto dei tempi e dei costi della commessa. Soltanto intervenendo sulla programmazione e sulla pianificazione si garantirebbe realmente l’efficacia della spesa pubblica ed il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Per quanto riguarda la centrale di progettazione, una volta fatte le assunzioni ed attivata operativamente, dovrà fornire un servizio gratuito per le Pubbliche Amministrazioni e metterà i Comuni di fronte alla scelta di mandare in gara il progetto oppure di chiederlo alla centrale statale. Questa procedura produrrà inevitabilmente un ingolfamento che potrebbe trasformare la Centrale in un grande centro di subappalto di Stato per servizi di ingegneria e architettura. Chi sta sul mercato si ritroverà a fare lo stesso lavoro non più come progettista affidatario ma come “supporto” alla pubblica Amministrazione. Anche in questo caso sarebbe stato forse più efficace specializzare e dedicare la struttura alla programmazione, con il compito affiancare e sostenere i comuni, colmando delle grandi lacune nel sistema degli appalti. Le due proposte di modifica rappresentano nel loro insieme un pericoloso passo indietro sul fronte della qualità dei progetti, soprattutto in una fase nella quale la digitalizzazione dei processi necessita di un livello qualitativo e tecnico – professionale molto elevato. L’incertezza dei tempi entro cui il Parlamento procederà all’esame delle modifiche al Codice degli Appalti, associata alla possibilità di un disegno di legge ad hoc, altro non fanno che ridurre la domanda di servizi di ingegneria e architettura, generando incertezza nelle imprese che operano nel settore.